Onorevole Ministro,
il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ (MNAO), istituito ‘con finalità particolari’ nel 1957, è stato autorevole riferimento per la tutela e la valorizzazione dell’archeologia e arte asiatica in Italia. Numerosissime le opere acquisite al patrimonio dello Stato, evitandone la dispersione all’estero, presso varchi doganali e Uffici Esportazione di Soprintendenze di tutta Italia e le azioni di contrasto al commercio illegale di manufatti orientali condotte a sostegno delle Forze dell’Ordine. La restituzione alle Nazioni di appartenenza di beni illegalmente commercializzati rappresenta un concreto, raro esempio di etica gestione dei Beni Culturali.
Innumerevoli mostre e pubblicazioni testimoniano il contributo offerto dal Museo alla ricerca scientifica sull’archeologia e l’arte orientale, assieme alle campagne di scavo, alle esplorazioni in Asia e alle ricerche condotte, come partner o capofila, con prestigiose Istituzioni culturali asiatiche, europee, statunitensi.
La competenza dell’Istituto nell’indirizzare su tutto il territorio nazionale campagne di catalogazione, mirati interventi di conservazione/restauro e di musealizzazione di opere d’arte orientale, ha attratto la fiducia di molti mecenati concretizzatasi in donazioni e lasciti di eccellenti beni culturali asiatici, come di altri beni mobili e immobili di eccezionale valore.
Nella pur necessaria riforma del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), però, la perdita di autonomia - e di fatto di valenza nazionale - del MNAO e l’inserimento nel regionale Polo Museale del Lazio, con la netta divisione tra tutela, valorizzazione e ricerca, crea un notevole vuoto istituzionale. In particolare, va notato che:
• agli Enti pubblici e privati detentori di ‘collezioni asiatiche’ viene a mancare l’istituto di riferimento in materia di tutela, conservazione, valorizzazione;
• agli Uffici preposti alla valutazione della esportabilità di opere orientali - in un momento di particolare criticità nel controllo dei traffici di opere trafugate nelle travagliate nazioni asiatiche - vengono a mancare competenze specialistiche che altri istituti dello stesso Ministero non possono istituzionalmente e scientificamente fornire;
• alle rappresentanze diplomatiche e culturali dei Paesi dell’Asia, con le quali il MNAO da sempre intrattiene rapporti di collaborazione, si sottrae un interlocutore competente e sensibile oltre che vetrina privilegiata e certamente prestigiosa proprio per la sua valenza Nazionale;
• a molti nostri Istituti universitari, Enti di ricerca e Istituti speciali del MiBACT vengono a mancare le capacità decisionali e scientifiche per il prosieguo o l’avvio imminente di progetti europei e missioni archeologiche in Asia, spesso dirette da funzionari del MNAO.
Tali criticità sono difficilmente superabili se non attraverso complesse, farraginose procedure burocratiche, in netto contrasto con le iniziative di semplificazione amministrativa che il Governo Italiano persegue.
Lo speciale ruolo che il MNAO svolge quale privilegiato luogo di educazione alla cittadinanza, attraverso la valorizzazione e tutela del patrimonio culturale orientale in Italia, è a tutti noi palese; appare altresì chiara la sua forte vocazione internazionale, come luogo di formazione, studio e ricerca scientifica per l’arte e l’archeologia dell’Asia, nonché il suo insostituibile ruolo di interlocutore privilegiato di rappresentanze diplomatiche e culturali dei Paesi asiatici, e di istituzioni accademiche estere e nazionali.
Onorevole Ministro, per quanto sin qui ricordato, La preghiamo di voler restituire a questo ‘Istituto con finalità particolari’ l’originaria autonomia scientifica, finanziaria, contabile e organizzativa, affinché esso possa proseguire le sue molteplici attività che hanno dato vanto alla cultura italiana e al Ministero che Ella governa.
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